Liebe und Leidenschaft für Österreich: interview to Vera Exklusive, ORF

Premetto che senza l’aiuto di Eva questo post sarebbe nato con molte più difficoltà, o non sarebbe nato affatto. Si parla dell’intervista che Josep Carreras ha concesso a Vienna per Vera Exklusiv, e che è stata trasmessa dal canale televisivo austriaco ORF  nel pomeriggio di domenica. Il problema non sono tanto le domande in tedesco, quanto il sovrapporsi delle risposte di Josep in lingua inglese, con l’alto volume della voce dell’interprete che traduceva simultaneamente in lingua tedesca.

tvthek.orf.at (video of the interview, available only for a week)

Il primo argomento affrontato è lo straordinario rapporto che Carreras intrattiene con l’Austria e la sua gente, e gli innumerabili ricordi che lo uniscono a questo paese: la sua primissima visita a Vienna risale al maggio 1972 per un’audizione che sfortunatamente non ebbe luogo per un imprevisto che comportò una deviazione in Spagna della persona che avrebbe dovuto ascoltarlo. Dovette quindi attendere ancora qualche anno. 

Molte sono state le occasioni in cui il tenore catalano ha saputo deliziare il pubblico austriaco: non da ultimo il Concerto di Natale che Carreras assieme a Domingo e Pavarotti offrì nel 1999, aneddoto che rimanda obbligatoriamente alla scomparsa di Luciano Pavarotti nel 2007, un artista che, come spiega Carreras in risposta, che manca a tutti coloro cui piaceva la musica, e in particolare che amavano il canto e l’opera. Aveva un rapporto molto speciale con Pavarotti: “era grande per tanti motivi”, era incredibilmente vitale e aveva uno speciale senso dell’umorismo. Naturalmente a tratti poteva sembrare difficile, ma in generale era come la sua voce: la sua voce racchiudeva lo stesso sole che caratterizzava la sua natura. Era molto carismatico e aveva un temperamento molto comunicativo.

La prima avventura dei Tre Tenori risale al 1990, quasi 3 anni dopo la terribile diagnosi di Leucemia linfoblastica acuta che interruppe bruscamente la carriera di Josep Carreras. All’epoca era una diagnosi che lasciava ben poche speranze, ma Josep ebbe la fortuna di superare la malattia, supportato dall’affetto dei suoi cari e, perché non dirlo, da una grande spinta proveniente dall’alto, l’ultima risorsa quando non si sa come continuare. Carreras riflette in seguito sull’indole umana, che tende a ricordarsi della fede e della sfera spirituale solo quando si ha un problema; in caso contrario, quando la vita scorre serena senza complicazioni, tutto sembra dovuto. Ma quando si ha a che fare con una situazione così difficile ed estrema, uno non può che cercare conforto nella fede, e secondo Carreras è normale, molto comune.

La promessa di far ricorso alla propria arte e alle proprie possibilità per creare una fondazione e investire nella ricerca sulla leucemia nasce dal gravare di un debito verso la società e la scienza: il miglior modo per ringraziare, secondo Carreras, sarebbe stato stabilire una fondazione dedicata alla stessa malattia che lo aveva colpito e che aveva, con tantissima fortuna, superato.

Tornando al vincolo affettivo che lega Josep Carreras e l’Austria, a come lui abbia conquistato il cuore degli austriaci, risulta d’obbligo notare come proprio un’austriaca abbia conquistato il cuore del tenore catalano e ne sia diventata sposa nel 2006. La moglie del tenore, Jutta Jäger, è originaria del Vorarlberg, una terra molto amata Carreras anche per la tranquillità che sa donare, e per il calore delle persone: un’oasi di pace rispetto alla vitale e frenetica Barcellona. Tiene molto a specificare quanto il suo rapporto con i tre figli di Jutta sia speciale, e di quanto siano ragazzi straordinari. La più giovane ha 9 anni e si chiama Magdalena.
Quando possibile, Carreras tenta di fare del suo meglio con I “doveri di padre”, anche se sfortunatamente non è cosa di tutti i giorni.

È indiscutibile che il tenore catalano capisca senza problemi il tedesco, visto che le domande che gli sono state poste hanno avuto risposta, sebbene in inglese, senza l’aiuto di un mediatore. Ma una cosa è comprendere, e probabilmente saper parlare, il tedesco, tutt’altro invece se si tratta del dialetto del Vorarlberg, a tratti incomprensibile anche per una nativa di Vienna come la stessa Vera, conduttrice del programma. Alla richiesta di citare qualche espressione in questo dialetto, dopo una breve riflessione Carreras pronuncia le parole “Uf da Berga”, che significano “sulle montagne”, oppure un’altra canzone “Müsle gang ga schlofa”, “è una ninnananna”.  Josep ride e sembra non essere soddisfatto de la propria pronuncia, si scusa e forse avrebbe preferito non aver detto niente.

Ai tre figli della moglie, si aggiungono ben quattro nipotini, figli dei figli che ebbe in prime nozze. È troppo presto per sapere se qualcuno di loro abbia ereditato il suo talento, sono ancora giovanissimi e Carreras, da nonno, ama trascorrere del tempo con loro. Conferma quanto detto da molti, ovvero la differenza di fondo tra figli e nipoti, e i rispettivi rapporti. Da nonno non sei obbligato a stare con loro tutto il giorno, con i figli è diverso. Ciò nonostante non esita a descrivere questo rapporto come meraviglioso, e di come sia felice di avere quattro nipotini, qualcosa che non ha niente a che vedere con le sue attività professionali. 

E a proposito di attività professionali, impossibile non menzionare l’appuntamento del 14 Ottobre presso la Konzerthaus di Vienna, con un nuovo programma dal titolo “Love and passion”, che ben descrive i contenuti cantati solitamente dai tenori, qualcosa che ancora appartiene a Carreras dopo tanti anni ed in diverse circostanze: l’amore e la passione per la musica ed il canto, che hanno sempre fatto parte della sua vita, e spera vi rimangano fino alla fine.
La domanda rivoltagli però parlava di “Amore e passione” al di là della musica e della famiglia. Per una volta Carreras non ha accennato alla sua passione calcistica che lo lega al Barça.

L’intervista così si è conclusa, condotta in un clima estremamente rilassato che ha visto Josep a suo agio, dialetto di Vorarlberg a parte. 
Una cosa è sicura, vorrei essere in grado di comprendere il tedesco quanto lui!!

BRAVO JOSEP!!

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