Nuova intervista a Josep Carreras da Fabio Fazio a "Che tempo che fa"

Come sapete ieri sera è andata in onda l'intervista che Fabio Fazio ha fatto a Josep Carreras all'interno del suo celebre programma su RAITRE "Che tempo che fa". Vi ho già detto, e sicuramemente molti di voi lo ricorderanno, che non è la prima volta che Carreras presenzia al programma: era infatti già stato intervistato all'interno della trasmissione del 27 marzo 2010.

Non so se è stata una mia impressione ma ricordo che in quell'occasione si abbia dedicato un po' più di tempo all'intervista, rendendola così un po' più ricca di contenuti. Questa volta l'intervista - apparizione ha comportato 10 minuti netti, più l'esibizione. 




Josep, debitamente presentato come "un regalo di Natale" e una delle più belle voci al mondo, sembrava molto a suo agio sulla poltrona a fianco di Fazio, il quale ha avviato un'intervista manifestando il proprio interesse per gli impegni immediati del tenore, che dopo il concerto di stasera a Milano, domani si recherà a Mosca per un altro concerto di Natale che terrà il 21 Dicembre, di seguito starà qualche giorno a Barcellona per trascorrere il Natale con la famiglia, per poi ripartire per Capodanno per Pechino. E quest'ultima cosa noi... non la sapevamo. Il suo prossimo viaggio in Cina ha offerto uno spunto per parlare del rapporto tra la cultura orientale e quella occidentale, dell'interesse degli orientali per la nostra cultura. Un interesse per la nostra "musica seriaa" che Carreras attribuisce alla trasmissione televisiva dei grandi concerti, e all'ausilio delle nuove tecnologie. Il tenore insiste sul fatto che bisogna accettare che in Oriente la nostra cultura sia sempre più diffusa, al contrario quando siamo noi ad essere ospitati nei loro paesi, mostriamo la nostra ignoranza in merito a quella che è invece la loro cultura.

La domanda successiva riguarda la vita dell'artista, integrata in quella privata: Josep ha da poco festeggiato il sessantacinquesimo compleanno, e nel 2008 ricorreva il cinquantesimo anniversario del suo debutto d'infanzia al Teatro del Liceu, quindi Fazio, partendo dal presupposto che nella propria vita si dedica tantissimo tempo alla propria professione, chiede a Carreras se non gli sia mai mancata una vita diversa, il quale risponde che le soddisfazioni che gli ha dato il canto sarebbero impensabili in qualsiasi altro campo, quindi risponde di no. Aggiunge, inoltre, che nella società attuale il privilegio è che la professione coincida con la propria vocazione, cosa che, come commenta anche Fazio, è molto rara al giorno d'oggi.

Se "per un gioco Natalizio", per citare Fazio, Josep Carreras dovesse guardarsi indietro e selezionare cinque momenti della sua carriera, il primo sarebbe... risposta d'obbligo, trovandosi a Milano, il suo debutto alla Scala, che definisce senza mezzi termini il teatro d'opera per antonomasia, il più importante al mondo per tradizione e qualità, al di là dei problemi che possano esserci stati o che ci saranno. Poi sicuramente, i debutti negli altri grandi templi dell'opera lirica, come l'Opera di Vienna, Salisburgo con il Maestro Herbert von Karajan, Londra

Citando Herbert von Karajan, a Fazio interessa chiarire cosa può dare un direttore d'orchestra a un cantante, avendo invece chiaro cosa il direttore possa dare all'orchestra, e nello specifico chiede, quasi brutalmente, se Carreras abbia mai imparato qualcosa da un direttore d'orchestra. Il tenore risponde esaltando il ruolo del direttore, affermando di aver imparato qualcosa da quasi tutti: dai grandi direttori quello che bisogna fare, e da quelli un po' meno grandi quello che invece NON si deve fare.

Citando l'intervista che è apparsa sul Corriere della Sera nella vigilia del suo compleanno (e rileggendola ci si rende conto come questa abbia dato diversi spunti a Fabio Fazio), Fazio estrapola l'affermazione del tenore in merito alla vicinanza del giorno in cui dovrà smettere di cantare, seppur si tratti di un momento non ancora individuato. Come cambia la voce? Ogni età ha i suoi vantaggi - pochi puntualizza ironicamente Carreras - ed è inevitabile che la voce si trasformi, come del resto anche il fisico. Con l'età la voce perde sicuramente in elasticità, cambia la tessitura, fatta qualche rara eccezione. Quello che probabilmente si guadagna è una certa maturità e profondità espressiva.

E parlando di voce, Fazio chiede a Carreras una definizione di "bella voce": dalla risposta di Carreras si evince che non esiste una definizione scientifica di "bella voce", la bella voce è quella che, indipendentemente dalla qualità intrinseca, ti emoziona, e una voce che ti emoziona può essere bella, meno bella, o anche un po' bruttina. 

Nella sua classifica personale delle "belle voci", dopo Giuseppe Di Stefano nel campo della lirica, viene Frank Sinatra per la musica più leggera, mentre per la musica - dice sempre Fazio - dopo il Secondo Concerto per Piano e Orchestra di Rachmaninov viene l'inno, El Cant del Barça: a quel punto l'espressione di Carreras assume tutto l'orgoglio che un autentico tifoso possa nutrire per questo impareggiabile Barcelona. Sull'inno del Barça Fazio sembra perplesso, ma ascolta attentamente Carreras che lo descrive "non male musicalmente", un inno da cantare allo stadio tra tifosi, anche con i bambini, ma non esattamente sullo stesso livello della musica di Rachmaninov.

Fazio conclude l'intervista prendendo come pretesto la recente inaugurazione della stagione lirica milanese, con la Prima de La Scala con il Don Giovanni di Mozart: sostiene che attualmente per raccontare una storia si affermano come mezzi più contemporanei il cinema, la televisione... o il musical, mentre sarebbe meno immediato pensare all'opera nella sua forma; questa, invece, si afferma ancora attuale in termini di fuizione e passione. Carreras paragona l'opera ai grandi capolavori della pittura e della scultura: se si va ad una mostra di quadri di Renoir, o Rembrandt, Goguin, Velázquez o Goya ci si emoziona sempre nel contemplare anche lo stesso quadro: il vantaggio dell'opera è che, godendo di una grande varietà di ambienti, produzioni, interpreti... risulta sempre interessante. All'interno di questa risposta si apre una parentesi sulla genialità di alcuni compositori, primo fra tutti Mozart, seguito immediatamente da Verdi che Josep riconosce, su richiesta specifica di Fazio, essere un gradino sopra a Puccini.

Vi lascio con i due brani, La Virgen lava pañales e Anema e Core eseguiti, con accompagnamento al pianoforte dal Maestro Lorenzo Bavaj.

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